Lorenzo, orafo italiano a Formentera

“Al principio ero completamente affascinato dalla Formentera estiva e dalla sua splendida esuberanza di gente proveniente da tutta Europa, dalla semplicità dei contatti e degli scambi, ma più passa il tempo e più apprezzo il suo substrato, la sua intima natura rocciosa e invernale, l’assenza di fronzoli e di compromessi, la sua onesta nudità, più simile a un oscuro meteorite che a una brillante cometa”. Così Lorenzo Pepe descrive Formentera, una delle Isole Baleari.

Trasferitosi sull’isola a soli 27 anni, nel lontano 1997, oggi Lorenzo è un orafo, che disegna e produce gioielli in argento e oro che vende, insieme alle creazioni tessili di sua moglie, nel suo negozio “Obi Formentera”.

Folgorato dalla bellezza dell’isola, qui ha trovato un luogo dove poter crescere e svilupparsi personalmente e professionalmente.

Lorenzo, da quanto tempo vivi a Formentera?

Sono arrivato da Milano a Formentera nel 1997.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia e perché hai scelto di trasferirti proprio a Formentera?

È avvenuto per caso, a causa di una vacanza improvvisa sull’isola, i primi giorni di giugno del 1997. Come una folgorazione, una viscerale “necessità” di venire sull’isola a vivere. Tornai a casa dalla vacanza raccolsi le mie cose in una vecchia 500 e venni a vivere qui.

Di cosa ti occupi?

Dai primi del 2000 sono orafo a tempo pieno, disegno e produco gioielli in argento e oro che vendo nel mio negozio assieme alle creazioni tessili di mia moglie. Inoltre, parallelamente, dallo stesso periodo seguo un percorso di indagine personale nel campo dell’arte contemporanea, attraverso istallazioni, video, fotografia, eccetera.

Le tue creazioni quanto sono influenzate dall’isola?

Moltissimo, sia nei tempi e nei modi del processo produttivo, sia nell’ispirazione delle forme. Il mio lavoro si concentra sul design delle forme degli esseri viventi. Soprattutto il mare e la sua biologia sono la mia principale fonte di ispirazione.

Che riscontro hai sul territorio?

Vivo del mio lavoro, principalmente acquistato dai turisti, ma lentamente riesco a fare nicchia nei gusti del pubblico locale.

Come si svolge una tua giornata tipo?

Dipende se è estate o inverno. D’estate il negozio e i suoi ritmi dettano legge. Mi alterno con mia moglie tra negozio e laboratorio. Tutto quello che vendo deve essere lavorato dalle mie mani e, sebbene la teoria dica che l’inverno sia per la produzione e l’estate per la vendita, non è mai del tutto così. In inverno disegno, ricerco, viaggio per lavoro (soprattutto per la produzione tessile delle collezioni di mia moglie) ed esperimento i nuovi modelli. Quando posso approfitto delle enormi professionalità esistenti in Italia per perfezionare le mie tecniche e aggiungere nuove capacità al mio lavoro. In tutto questo, i sei mesi invernali scappano volando. D’estate mi sveglio e vado in negozio o in laboratorio secondo i giorni, a mezzogiorno mangio qualcosa con mia moglie a casa o a volte in spiaggia e al pomeriggio ritorno al laboratorio o al negozio. Fino all’anno scorso, il mercoledì e la domenica pomeriggio ero impegnato alla fiera artigianale della Mola, ma da quest’anno ho abbandonato il punto vendita del mercato per dedicarmi al negozio, dove i miei prodotti ricevono maggiore attenzione.

Cosa ti ha colpito dell’isola tanto da indurti a fermarti?

Non saprei dire con precisione, ho sentito con chiarezza che questo posto faceva per me, che era un ambiente adatto alla mia crescita e al mio sviluppo personale. Ovviamente, la meraviglia del mare e della natura mi hanno sorpreso dal primo giorno sull’isola.

Quali sono gli angoli più belli di Formentera? I cosiddetti “imperdibili”?

Domanda difficile, ogni abitante ha i suoi, io adoro l’angolo di Es Calò, dove si unisce alla Mola. Il colore dell’acqua unito all’altezza della scogliera, gli imbarcaderi…Poi i piccoli boschi della Mola e l’altezza da cui contemplare lo schermo fantasmagorico del mare e del cielo.

Come si vive a Formentera?

Personalmente ci vivo bene, da tanti anni mi ripeto che questo è il mio posto, fintanto che sento di continuare a crescere personalmente e professionalmente. Il giorno che questo non dovesse accadere probabilmente questionerei la mia permanenza sull’isola. Vivere in un’isola è qualcosa di unico, ha il vantaggio (per me) di essere un microcosmo, di avere chiaramente circoscritto l’orizzonte intorno a sè. Il teatro degli eventi è definito sia geograficamente che umanamente. Mi rilassa molto la sensazione di muovermi in un paesaggio umano noto e di poter tranquillamente derivare in ogni direzione, sapendo che più di tanto non posso allontanarmi dal mio centro. Queste stesse caratteristiche si trasformano molto facilmente nel maggior ostacolo alla vita sull’isola. Un’isola ti “isola” ti protegge e ti imprigiona nello stesso tempo. Risulta imprescindibile muoversi in inverno per non soccombere alla sottile stregoneria che ti fa chiudere poco a poco su te stesso. Come una stregoneria di antiche leggende mediterranee. Oltre a ciò, dove forse soffro di più le caratteristiche dell’isola, è in ambito professionale, quando a Milano mi basta mezza giornata per procurarmi gli strumenti per un nuovo progetto o tecnica orafa, a Formentera posso tardare anche 20 giorni per avere a disposizione tutto il necessario.

Per quel che riguarda la realizzazione professionale, cosa ti ha offerto Formentera rispetto all’Italia?

Credo che più di ogni altra cosa mi abbia offerto il tempo e la tranquillità per mettermi alla ricerca. Inoltre il grande afflusso di turismo, mi ha permesso di confrontarmi rapidamente con un pubblico molto ampio e vario.

Da quando sei a Formentera è cambiato il tuo modo di vivere la quotidianità?

Enormemente, sono arrivato sull’isola a 27 anni, da un certo punto di vista si può dire che la mia quotidianità da persona adulta sia sorta ex novo a Formentera. Sotto altri aspetti per venire a vivere su di un’isola bisogna prima di tutto essere disposti a cambiare proprio nella quotidianità. Vedo spessissimo persone che credono di poter venire a vivere a Formentera mantenendo inalterato il proprio modo di vivere, quasi che l’unica differenza tra Formentera e Milano o Bologna, solo per fare un esempio, risieda nel paesaggio che contempliamo al mattino facendo colazione. Più di ogni altra cosa, Formentera, ma credo ogni isola del mondo, è innanzitutto uno specchio che riflette con spaventosa fedeltà la nostra “anima”. Se non si è disposti ad affrontare la chiara immagine di ciò che siamo, non duriamo a lungo sull’isola.

 Cosa ti piace maggiormente del posto in cui vivi e di cosa invece faresti volentieri a meno?

Credo che sia proprio il tempo a disposizione e la sensazione di vuoto, mancanza, assenza, che ancora si percepisce sull’isola, soprattutto nei mesi invernali. È uno spazio libero aperto dentro di noi e tutt’intorno, che può essere riempito dal nostro fare. È un’opzione, una possibilità estremamente preziosa. Purtroppo è un bene pregiato che sta scomparendo, ogni anno sull’isola aumentano i beni, i servizi, le costruzioni, le infrastrutture…So che sembra un discorso retrogrado e reazionario, ma la caratteristica più preziosa di Formentera è in via di estinzione.

La consiglieresti per un trasferimento definitivo?

Solo a persone disposte ad affrontare in un modo o nell’altro se stessi e disposte ad un lavoro lento di crescita personale. Oddio conosco molte, moltissime persone che vivono sull’isola da moltissimi anni e a cui questi discorsi possono sembrare assurdi. Ma penso che stiano sprecando una grande opportunità e che in fondo non abbiano mai raggiunto Formentera.

Formentera d’estate e Formentera d’inverno. Come e in cosa cambia?

A volte penso che Formentera sia come una di quelle comete che orbitano intorno al sole e che passano lungo tempo lontane nel buio e poi ad avvicinarsi al sole esplodano di luce e colore in una esuberante coda visibile a enormi distanze. Allo stesso modo l’isola esplode nei mesi estivi di persone e avvenimenti intensi e straordinari, ma per la maggior parte effimeri e inconsistenti. La realtà profonda dell’isola è quella di una dura roccia persa nel mare. Al principio ero completamente affascinato dalla Formentera estiva e dalla sua splendida esuberanza di gente proveniente da tutta Europa, dalla semplicità dei contatti e degli scambi, ma più passa il tempo e più apprezzo il suo substrato, la sua intima natura rocciosa e invernale, l’assenza di fronzoli e di compromessi, la sua onesta nudità, più simile a un oscuro meteorite che a una brillante cometa.